domenica 28 marzo 2010

Dalla periferia dell'architettura

..."Per me, l'architettura fluttua perennemente tra due estremi e assume una forma definita solo quando sono io a stabilirlo. Oscilla tra interno ed esterno, astrazione e rappresentazione, tra la parte e il tutto, tra storia e presente, tra passato e futuro, tra semplicità e complessità. Forse ciò è duvuto al mio timore di sigillare in una singola entità la completezza del tutto. Persino quando sono fermamente convinto di una decisione presa, i ripensamenti mi attanagliano, lasciandomi in preda ad uno stato d'ansia in cui si combinano in me stesso fiducia e insicurezza. Quando progetto, oscillo perennemente tra questi estremi e quanto maggiore è l'ampiezza delle oscillazioni, tanto più dinamico risulterà il prodotto finale. Oggigiorno i presupposti culturali sono, in un certo senso, limitati. In architettura, in particolare, si sono rese astratte le espressioni della cultura regionale e storica, sostituite da tratti basati sul razionalismo economico: semplicità e mediocrità sono divenute predominanti. Funzionalità e razionalità sono alla base di tutto ciò che si costruisce, ovunque prevalgono spazi omogenei e privi di personalità (effetto di una logica unicamente funzionale). Si stanno creando luoghi caratterizzati dall'astrazione e dall'estensione. Li si sta privando dell'umanità e ciò che ne risulta è quella condizione definita come "perdita del centro". L'architettura si sta trasformando in un prodotto...Il contesto umano e urbano viene
dimenticato e l'architettura finisce per configurarsi come un mero indulgere al proprio sentire."

Tadao Ando

martedì 16 marzo 2010

venerdì 12 marzo 2010

sabato 6 marzo 2010

"visita"


Urban void 25 (macroarea F)

Urban void 23 (macroarea F)


Urban void 21 (macroarea F)



Urban void 19 (macroarea F)




Urban void 18 (macroarea F)





Urban void 32 (macroarea E)






Urban void 28 (macroarea E)







Urban void 47 (macroarea A)








Urban void 36 (macroarea A)









Urban void 38 (macroarea A)

venerdì 5 marzo 2010

"Le prime 5 scelte opzionali"
Gli urban voids sono stati scelti tenendo conto di diversi aspetti:
- la densità
Si è preferita una bassa densità che favorisce una maggiore presenza di verde che si integra col costruito e che è spesso associata a destinazioni d'uso di co-residenze o progetti per l'infanzia.
- la dimensione delle aree d'intervento
Urban voids di medie dimensioni permettono di avere un controllo adeguato dell' iter progettuale che non si avrebbe con urban voids di grandi dimensioni e, allo stesso tempo, consentono di sviluppare un progetto composto da più elementi che possono essere variamente disposti all'interno dell'area e realizzare così una mixité funzionale che si avrebbe con difficoltà in aree molto piccole.
- il contesto
Il contesto in cui si preferisce sia inserito l'urban void è un contesto naturalistico in cui è molto importante la presenza del verde (ed è per questo motivo che la prima scelta è l'urban void 21 che presenta un parco adiacente) e l'impatto visivo degli edifici circostanti ( edifici non completamente in stato di degrado generano maggiore qualità urbana e maggior sicurezza per i cittadini; ne consegue un aumento di valore dei futuri immobili e una maggiore possibilità di vendita degli stessi)
La macroarea che presenta queste caratteristiche è la F e gli urban void in ordine di preferenza sono:

1- Urban void 21
2- Urban void 19
3- Urban void 18
4- Urban void 26
5- Urban void 23
foto di gruppohttp://www.arc1.uniroma1.it/saggio/DIDATTICA/Lab/Lab10/Immagini/lab2010.jpg